Non è la certificazione Halal generica in sé a consentire l’accesso ai mercati Halal esteri;
a farlo, sono gli accreditamenti che l’ente che ti certifica possiede.
Questo cosa significa? Che se scegli un ente con pochi accreditamenti (o addirittura nessuno), la tua certificazione sarà valida in pochissimi paesi – zone come Turchia, Indonesia e Pakistan, dove i musulmani rappresentano oltre il 90% della popolazione, rimaranno quindi off-limits.
Scegliere (ad esempio) un ente di certificazione a cui manca l'accreditamento per la Turchia, significa rinunciare a un mercato di oltre 70milioni di potenziali clienti, che i tuoi concorrenti senza certificazione non potranno mai raggiungere, in quanto la popolazione turca è composta al 98% da consumatori Halal.
Ecco perché scegliere una certificazione che ti permetta di espanderti a livello mondiale, in qualunque territorio dove l'Halal "fa da padrone", assume un ruolo strategico fondamentale nel momento in cui sceglierai l'ente con cui certificare i tuoi prodotti.
Purtroppo, la scarsa informazione a riguardo, porta troppo spesso le aziende italiane a scegliere un ente di certificazione sprovvisto di accreditamenti, trovandosi così a dover affrontare brutte sorprese una volta che i prodotti raggiungono la dogana.
A sottolineare questo problema è l’articolo de Il Giornale, che cita testualmente “[…] più del 30% di queste non possiedono certificati accettati a livello internazionale e quindi non possono esportare i propri prodotti. La nostra nazione, al momento, rappresenta per questo uno dei fanalini di coda a livello europeo per "fatturato Halal", con "Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda e Belgio" che invece guidano la classifica.”